Notiziario Parrocchiale

Cari fratelli e sorelle,

domenica 28 dicembre alle ore 17,00  ci sarà la Chiusura diocesana del Giubileo 2025 alla Cattedrale San Giovanni, con una Messa Solenne presieduta dal nostro vescovo. Siamo tutti invitati a partecipare a questa Messa di Ringraziamento per tutti i doni di grazia ricevuti in quest’Anno Santo. Ricordiamone alcuni della nostra parrocchia: tanti pellegrinaggi giubilari. A Roma: dal 25 al 27 aprile con gli adolescenti, il 18 giugno con i bambini della prima comunione insieme alle loro famiglie, dall’1 al 3 agosto con i giovani,  il 6 settembre con tutti parrocchiani di Montelupone. Inoltre pellegrinaggi alla Chiesa Giubilare di Loreto: il 19 novembre con ragazzi della cresima insieme a genitori, padrini e madrine; l’8 dicembre vi andremo con i comunicandi insieme ai genitori e il 14 dicembre con i cresimandi e i genitori. Inoltre la parrocchia ha offerto a tutti la possibilità di crescere nel proprio cammino di fede con due cicli di catechesi. Il primo in Quaresima, portato avanti dai fratelli e sorelle del Rinnovamento nello Spirito di Recanati e Loreto. Il secondo ciclo nel mese di novembre condotto dai fratelli e sorelle del Cammino Neocatecumenale di Macerata. C’è stato un grande lavoro per offrire a tutti l’opportunità di cogliere pienamente gli straordinari doni di grazia legati a questo Anno Santo, doni dello Spirito Santo, doni di amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza. Peccato che non tutti hanno colto l’importanza di questo Anno Santo, in cui il Signore ha offerto l’opportunità di una svolta per la propria vita.

            Ma il Signore non si stanca mai di donarci le sue grazie. Domenica 30 novembre inizia un nuovo Anno liturgico, con il tempo di Avvento. Un tempo di preparazione al Natale del Signore, tempo stupendo in cui si risveglia nei cuori l’attesa del ritorno di Cristo e la memoria della sua prima venuta, quando si spogliò della sua gloria divina per assumere la nostra carne mortale.

            “Vegliate!” E’ questo l’appello di Gesù nel Vangelo della prima domenica d’Avvento. Lo rivolge non solo ai suoi discepoli, ma a tutti: “Vegliate!”  E’ un richiamo salutare a ricordarci che la vita non ha solo la dimensione terrena, ma è proiettata verso un “oltre”, come una pianticella che germoglia dalla terra e si apre verso il cielo. Una pianticella pensante, l’uomo, dotata di libertà e responsabilità, per cui ognuno di noi sarà chiamato a rendere conto di come ha vissuto, di come ha utilizzato le proprie capacità: se le ha tenute per sé o le ha fatte fruttare anche per il bene dei fratelli. Il profeta Isaia, nel riconoscere le mancanze della sua gente, a un certo punto dice: “Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità” (Is 64,6).

            Come non rimanere colpiti da questa descrizione? Sembra rispecchiare certi panorami del mondo post-moderno: le città dove la vita diventa anonima e orizzontale, dove Dio sembra assente e l’uomo l’unico padrone, come se fosse lui l’artefice e il regista di tutto: le costruzioni, il lavoro, l’economia, i trasporti, le scienze, la tecnica, tutto sembra dipendere solo dall’uomo. E a volte, in questo mondo che appare quasi perfetto, accadono cose sconvolgenti, o nella natura, o nella società, per cui noi pensiamo che Dio si sia come ritirato, ci abbia, per così dire, abbandonati a noi stessi. In realtà, il vero “padrone” del mondo non è l’uomo, ma Dio. Il Vangelo dice: “Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati” (Mc 13,35-36).

            Il Tempo di Avvento viene ogni anno a ricordarci questo, perché la nostra vita ritrovi il suo giusto orientamento, verso il volto di Dio. Il volto non di un “padrone”, ma di un Padre e di un Amico. Con la Vergine Maria, che ci guida nel cammino dell’Avvento, facciamo nostre le parole del profeta. “Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani” (Is 64,7).